“ANDAVO A CENTO ALL’ORA”: PARTENZA DA CASTELTERMINI

A Casteltermini vi potrà capitare d’incontrare, seduto in una delle piazzette del nostro paese, l’autore della famosa canzone “Andavo a cento all’ora”, e con disarmante gentilezza accompagnata dal dolce accento francese vi racconterà la folle corsa della sua canzone.
In arte Toni Dori, all’anagrafe Matteo Butticè è arrivato in Francia come turista ma poi è rimasto ospite dei nostri cugini d’oltralpe. Nel 1962, quando internet ancora non esisteva, partì da Casteltermini per approdare negli studi dell’RCA, e lasciare la sua indelebile impronta nella storia della musica italiana.
Andavo a cento all’ora” un viaggio lungo quarantasei anni, l’arrivo è ancora molto lontano ma la partenza? Ci racconti com’è andata.
Mi ero recato a Roma, negli studi dell’RCA, per fare un disco. Feci ascoltare vari pezzi al direttore, ma lui insisteva sul voler fare registrare “Andavo a cento all’ora”. Mi propose, dunque, di farla cantare ad un giovane e sconosciuto talento, a Gianni Morandi. E da quel lontano 1962, nacque la lunga storia di “Andavo a cento all’ora”.
Che emozione provò quando per la prima volta sentì la sua canzone alla radio?
Un’emozione grandissima. Eravamo in vacanza, e in una trasmissione di Peppino di Capri passarono la canzone; di colpo mi svegliarono mentre mia cognata si mise ad urlare: “Questa l’ha scritta mio cognato” e sono rimasto immobile ad ascoltare.
Dove trovò lo spunto per scrivere una canzone che ancora oggi cantiamo?
Andavamo a suonare fuori con un’auto di grossa cilindrata. Quando partivamo facevamo sempre il pieno ma poi, al ritorno, restavamo sempre senza benzina e così decisi di scrivere una canzone che poi diventò “Andavo a cento all’ora”.
Si ricorda quando, per la prima volta, prese una chitarra in mano?
Come dimenticarlo? I tempi erano duri e molto tristi, un giorno in una locanda due litigarono e ruppero una chitarra, allora chiesi se potessero regalarmela; la presi e la risistemai e così imparai a suonare.
A Casteltermini ci sono molti ragazzi che con fatica cercano di entrare nel mondo della musica, che consiglio da?
Studiare, studiare tanto perché è molto dura e cercare di avere un appoggio molto importante. Non sono più i tempi degli anni ’60, in cui andavi a Milano ti facevi sentire da qualcuno e approdavi nel mondo della musica.
Guardandosi indietro ha una vita piena di emozionanti avventure. Progetti per il futuro?
Continuo a comporre musica, chi ama la musica non può fermarsi mai.

Luca Lo Re
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